domenica 26 maggio 2013

Far politica con il PC

Lo scorso venerdì ho terminato il corso che ho tenuto in remoto da qui per la Scuola Sant'Anna. Per tenere le lezioni ho usato attrezzature piuttosto autarchiche:
  • un PC (Dell Latitude, con Intel i7 e un bel po' di RAM), con su Linux nella versione Kubuntu 12.04;
  • Firefox aperto su Google Hangout, con il quale condividevo lo schermo del portatile;
  • Per le slide ho usato LaTeX + Beamer con alcuni script fatti da me per includere il codice, e per la visualizzazione ho usato Okular;
  • Oltre ha mostrare le slide, facevo vedere un po' di programmazione con un semplice editor di testo (Kate) e il terminale per compilare (Konsole, e g++ 4.6);
  • Per scrivere (sulla lavagna) ho usato una tablette Wacom, e il software era Xournal, che mi permette di generare pdf;
  • Ho poi registrato le lezioni (voce più desktop) con recordmydesktop;
  • I file video venivano post-processati da winff, e caricati su youtube
  • Infine con google sites, e con google groups ho realizzato l'interazione con gli studenti (ovvero presentazione del materiale, FAQ, annunci, discussioni e quant'altro). 
All'inizio le ultime versioni di Kubuntu mi hanno dato qualche problema con la gestione audio (non ho ancora capito se si tratta  del kernel o della distribuzione; chi ne sa qualcosa di più è pregato di farmelo sapere nei commenti), al che ho dovuto fare un "downgrade" alla 12.04, e da quel momento e tutto è andato più o meno liscio.

La maggior parte del software utilizzato è open source, e le infrastrutture Internet sono pubbliche. L'unica parte non open e non free è il supporto di Google.

I miei sentimenti nei confronti di Google sono misti. Da un lato gli riconosco un'apertura al mondo open difficilmente riscontrabile in altre Big Companies. Basti pensare a Microsoft o a Apple. Inoltre, molti dei servizi che fornisce mi sono ormai quasi indispensabili.

D'altro canto però, le ultime mosse del gigante di Mountain View non mi sono piaciute. L'esigenza di rincorrere Facebook li ha portati a concentrarsi sugli aspetti "social", introducendo G+ a cui stanno sacrificando tante altre cose. A cominciare dal quasi defunto Google Reader, a cui ero parecchio affezionato. Poi l'esigenza di forzare la mano degli utenti, cambiando i propri servizi, spesso in peggio (dal mio modesto punto di vista). Per esempio, Picasa che è stato ormai fagocitato dall'onnivoro G+, e su cui mi risulta sempre più difficile ritrovarmi ogni volta. Oppure l'orrenda interfaccia di Youtube.

Infine, Hangout. Ho usato questo servizio con soddisfazione durante tutto il corso, ma anche con una certa preoccupazione. So che è un servizio "free" (più o meno) e che Google non ha nessun obbligo nei miei confronti. Avrebbero potuto interromperlo o cambiare completamente i termini del servizio in qualunque momento. Per fortuna che ho finito il corso, perché in effetti Hangouts è cambiato. E ancora una volta in peggio. Ad esempio, adesso non riesco più a capire con chiarezza se l'utente con cui voglio parlare è connesso oppure no, spesso non mi resta che provare a chiamare. Problemi di interfaccia, risolvibili, certo.


Per me però c'è un ulteriore delusione: al contrario di GTalk (anche lui in dismissione) che utilizzava un protocollo open come XMPP, Hangouts utilizza un protocollo proprietario e non pubblico. Capisco che XMPP non era il massimo dal punto di vista tecnico e magari è vero che il cambio è stato dovuto a ragioni esclusivamente tecniche. Google poteva però a quel punto fornire il nuovo protocollo in maniera aperta.

Insomma, non ci siamo. Naturalmente questa cosa qui sembra una piccolissima cosa rispetto a tutte quelle che abbiamo già ingoiato da Google. E in cambio otteniamo dei fantastici servizi e tutto gratis! Insomma, potremmo anche passarci un attimo sopra, no?

Oppure, forse potremmo cercare di comportarci diversamente. In fondo, il fatto che queste Big Corporation ci offrano nuovi aggeggi sempre più luccicanti ci fa dimenticare tante cose, e magari un giorno potremmo trovarci governati da una specie di Big Brother.

Google è una potenza economica, il che vuol dire che è anche potenzialmente una minaccia per la società. Sia dal punto di vista economico, che sociale, che civile. Non è semplicemente una questione di "privacy" (che è un problema piuttosto serio), ma anche e soprattutto una questione di potere e di "dipendenza". Pensate cosa succederebbe nel mondo se il servizio di ricerca dovesse restare sospeso per qualche giorno. Avete un'idea?

E adesso, fate un esperimento: se doveste misurare la vostra "dipendenza da Google" in "nessuna", "minima", "abbastanza grande", "sostanziale", "totale", quanti di voi si avvicinerebbero all'ultimo gradino della scala?

Non chiedo misure restrittive nei confronti di Google, ci mancherebbe. Però noi utenti potremmo adoperarci per scegliere ogni tanto delle alternative, in modo da bilanciare il mercato, per dare modo ad altri di ricavarsi il proprio piccolo spazio, la loro nicchia, di modo che se un giorno funesto Google non fosse più dalla parte dei "buoni" potremmo rivolgerci ad altri. È un po' come fare del consumo responsabile: preferire la carne chianina se vogliamo aiutare gli allevatori Toscani, comprare il latte locale, comprare il caffè solidale, ecc. Non salveremo il mondo, ma forse daremo una speranza a chi non si rassegna all'uniformità.

Io, nel mio piccolo, ho deciso di impegnarmi ad usare di più e più spesso DuckDuckGo. Sono piccoli, non hanno grandi soldi. Ma garantiscono privacy. I risultati delle ricerche non sono il massimo (per ora si appoggiano a Bing), ma a poco a poco migliorano, e se non gli diamo fiducia, non avranno mai il denaro per migliorare. E poi, hanno deciso recentemente di offrire loro stessi un servizio XMPP. E una ChatBot. E il loro forum è pieno di gente simpatica.

E quindi, niente, se volete cercarmi per scambiare due chiacchere, il mio ID è glipari@dukgo.com, dai venite anche voi!



PS: il titolo c'entra poco con il post, lo so. E' una specie di trappolone per i miei amici italiani un po' malati di politica. Ma come detto, non ho più molta voglia di parlare di politica italiana, quindi qui per ora si parla d'altro!

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